L’immunoterapia è senza dubbio una delle più grandi rivoluzioni nella cura del cancro. Questa tecnica sfrutta il nostro sistema immunitario per riconoscere e distruggere le cellule tumorali, e sta cambiando le regole del gioco per molte persone. In particolare, gli anticorpi monoclonali che bloccano i checkpoint immunitari come CTLA-4 e PD-1 hanno dato risultati impensabili fino a pochissimi anni fa, migliorando la qualità e l’aspettativa di vita di tanti pazienti.
Ai giorni d’oggi si registrano importanti novità a cadenza praticamente quotidiana, a dimostrazione che l’attività medico scientifica circa queste nuove terapie è in costante e velocissima evoluzione.
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Come funziona il Sistema Immunitario e cosa sono i Checkpoint Immunitari
Il nostro sistema immunitario è costituito da organi e cellule altamente specializzate, un vero e proprio esercito personale che ci protegge da virus, batteri e persino cellule tumorali. Ma i tumori sono molto scaltri: usano i checkpoint immunitari per “ingannare” le cellule T, i soldati del nostro sistema immunitario deputati alla distruzione degli agenti esterni.
Due dei checkpoint più importanti sono:
- CTLA-4: Questo checkpoint entra in azione quando le cellule T iniziano a prepararsi per attaccare. Se CTLA-4 si attiva, le cellule T vengono rallentate o addirittura fermate.
- PD-1: Questo checkpoint si attiva più avanti, nei tessuti dove si trovano le cellule tumorali. Quando PD-1 si lega ai suoi “interruttori” (PD-L1 o PD-L2), spesso presenti in abbondanza sulle cellule tumorali, le cellule T si bloccano, lasciando il tumore libero di crescere.
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Anticorpi Monoclonali nell’immunoterapia: cambiano le regole
E qui entrano in gioco gli anticorpi monoclonali, delle proteine create in laboratorio in grado di interagire con precisione su questi checkpoint. Gli anticorpi anti-CTLA-4 (come ipilimumab) e anti-PD-1/PD-L1 (come nivolumab e pembrolizumab):
- Sbloccano le cellule T, permettendo loro di combattere il tumore.
- Rendono il tumore più vulnerabile, migliorando l’efficacia del sistema immunitario.
- Cambiando le regole del gioco, trasformano un ambiente tumorale favorevole alla crescita in un campo di battaglia dove il sistema immunitario può vincere.
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Le scoperte del 2011 e del 2018 nell’immunoterapia
Due scoperte chiave hanno fatto la storia dell’immunoterapia:
- 2011 – James P. Allison e CTLA-4: Allison ha dimostrato che bloccando CTLA-4 con un anticorpo monoclonale, il sistema immunitario poteva riprendere a combattere il tumore. Questo ha portato allo sviluppo di ipilimumab, un trattamento rivoluzionario per il melanoma metastatico.
- 2018 – Tasuku Honjo e PD-1: Honjo ha scoperto l’importanza di PD-1 e di come il blocco di questo checkpoint con anticorpi specifici potesse attivare le cellule T. Queste scoperte hanno portato allo sviluppo di farmaci come nivolumab e pembrolizumab, utilizzati oggi per diversi tipi di cancro. Per questi lavori, Allison e Honjo hanno ricevuto il Premio Nobel per la Medicina nel 2018.
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Quali tumori rispondono meglio all’immunoterapia?
L’immunoterapia ha fatto (e sta tuttora facendo) passi da gigante, e oggi viene utilizzata con successo per trattare diversi tipi di tumore, tra cui:
- Melanoma: Una delle prime forme di cancro trattate con successo grazie agli inibitori di checkpoint immunitari.
- Carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC): Combinando immunoterapia e chemioterapia, molti pazienti hanno ottenuto miglioramenti incredibili nella sopravvivenza.
- Carcinoma renale: La combinazione di nivolumab e ipilimumab ha dato risultati straordinari, portando alcuni pazienti alla remissione.
- Linfoma di Hodgkin: Pembrolizumab ha dimostrato di funzionare molto bene nei casi recidivanti o refrattari.
- Carcinoma della vescica: L’immunoterapia è diventata una delle principali opzioni per i tumori uroteliali avanzati.
- Tumori della testa e del collo: Gli inibitori di PD-1/PD-L1 hanno migliorato significativamente le prospettive per questi pazienti.
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Sfide e Futuro dell’Immunoterapia
Nonostante i risultati incredibili, ci sono ancora alcuni ostacoli da superare:
- Non tutti rispondono: Alcuni pazienti non ottengono benefici dall’immunoterapia, e in altri casi il tumore sviluppa resistenza.
- Effetti collaterali: L’attivazione del sistema immunitario può causare problemi, come infiammazioni autoimmuni.
- Costi elevati: Questi trattamenti sono spesso molto costosi e non sempre accessibili.
La ricerca continua comunque a lavorare senza sosta su combinazioni terapeutiche che permettono di usare l’immunoterapia insieme a chemioterapia o altre tecniche per personalizzare al millimetro la terapia del paziente. Proprio per questo, l’utilizzo oramai routinario di biomarcatori predittivi, tramite un test genetico, permette di mettere a nudo le caratteristiche del tumore per orientare al meglio la scelta delle molecole da mettere in campo nel piano di cura.
L’immunoterapia ha cambiato la vita di milioni di persone, trasformando diagnosi che un tempo erano disperate in speranze concrete. Le scoperte su CTLA-4 e PD-1 hanno aperto una strada straordinaria, e il futuro promette ancora più progressi. Grazie alla ricerca, stiamo facendo passi da gigante verso un mondo in cui il cancro sarà sempre meno una condanna e sempre più una malattia curabile.