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I difetti visivi: conosciamoli assieme

difetti visivi

Ti sei reso conto che non vedi più bene come prima?
Hai il bisogno di avvicinarti o allontanarti dagli oggetti per poterli mettere a fuoco?
Strizzi gli occhi per poter leggere qualcosa in lontananza?
Vedi aloni attorno alle luci o ai fari delle macchine?

Se ti è capitato almeno uno dei precedenti sintomi è molto probabile che tu stia sperimentando un difetto visivo così come il 60% degli italiani sopra i 16 anni di età.
Scopriamo quindi assieme in cosa consistono queste problematiche ed il loro trattamento.

In questo articolo

occhio umani
Come funziona l’occhio umano?

Cominciamo con un semplice ma funzionalissimo paragone. L’occhio umano è fondamentalmente una fotocamera dove:

  • La messa a fuoco è gestita da due lenti naturali chiamate cornea e cristallino, rispettivamente l’obiettivo e l’oculare dell’apparato.
  • A fungere da diaframma è l’iride, la parte colorata che delimita la pupilla e che, variando la sua apertura, regola la quantità di luce in entrata.
  • Le palpebre, da sempre decidono il tempo di posa dei nostri occhi, quindi sono facilmente individuabili nell’otturatore della nostra fotocamera.
  • La retina è il nostro sensore. Il luogo dove la luce si trasforma e prende vita. Le dimensioni della retina sono paragonabili a quelle di un sensore full frame (24x36mm).
  • I coni e i bastoncelli rappresentano la moltitudine dei pixel di cui é composto il sensore.

Per definizione l’occhio, o bulbo oculare, è il principale organo di senso dell’apparato visivo ed ha il compito di ricavare informazioni sull’ambiente circostante attraverso la luce. L’occhio umano raccoglie la luce che gli proviene dall’ambiente, ne regola l’intensità attraverso un diaframma (l’iride) e la focalizza attraverso un sistema regolabile di lenti (cornea e cristallino) per formarne un’immagine sulla retina. Successivamente la retina trasforma questa immagine in una serie di segnali elettrici che, attraverso il nervo ottico, vengono inviati al cervello per l’elaborazione e l’interpretazione.La condizione ottica ideale di un occhio che non presenta anomalie di rifrazione (ametropie) è detta emmetropia. In caso di emmetropia le immagini vengono infatti messe a fuoco esattamente sulla retina che può pertanto trasformarle in impulsi da inviare al cervello per la loro elaborazione.

Cornea e cristallino

La cornea è la porzione più anteriore dell’occhio. La sua caratteristica fondamentale è di essere perfettamente trasparente e di avere una forma paragonabile ad un segmento di sfera. La cornea si continua posteriormente nella sclera (la parte bianca dell’occhio) e costituisce il limite anteriore della cosiddetta camera anteriore il cui limite posteriore è invece rappresentato dall’iride (la porzione colorata dell’occhio che delimita la pupilla).

Il cristallino è invece una lente naturale di forma biconvessa. Rimane saldo nella sua posizione grazie a dei piccoli filamenti detti fibre zonulari che lo sospendono immediatamente al di dietro dell’iride. Le fibre zonulari permettono inoltre al cristallino di aumentare o ridurre il proprio spessore cambiando di conseguenza il proprio potere di messa a fuoco. Questa variazione dello spessore del cristallino (detta “accomodazione”) ci permette, da giovani, di vedere bene sia da lontano che da vicino ma viene progressivamente persa con il passare degli anni costringendoci, dopo una certa età, ad utilizzare occhiali per la lettura da vicino (se l’occhio era in precedenza emmetrope).

Il film lacrimale e l’iride sono altri due componenti importanti per una corretta visione.

Il film lacrimale è formato dalle lacrime e serve a lubrificare la superficie della cornea mentre l’iride serve a regolare la quantità di luce che entra nel bulbo oculare, dilatandosi in caso di buio e restringendosi se la fonte luminose è troppo intensa.

Cornea, iride e cristallino hanno nel complesso il compito di mettere a fuoco le immagini sulla retina che a sua volta le trasforma in impulsi elettrici e le trasmette al cervello attraverso il nervo ottico.

Quando il sistema visivo ha qualche difetto

Quando i nostri occhi sono sani le immagini vengono messe a fuoco esattamente sulla retina. Questa situazione fisiologica è detta di emmetropia. In caso le immagini vengano invece messe a fuoco al davanti o al di dietro della retina si parla di ametropia. Le principali ametropie sono miopia, ipermetropia ed astigmatismo. A queste ametropie si aggiunge la presbiopia che interessa i soggetti al di sopra dei quarant’anni e che consiste nella progressiva perdita da parte del cristallino della propria capacità di messa a fuoco.   

Si stima che nel mondo vi siano 296 milioni di persone che soffrono di disturbi visivi.
In occidente, grazie alla prevenzione, il problema è meno grave che nei paesi in via di sviluppo. Vediamo ora, nel particolare, i disturbi visivi più comuni e quali sono i principali difetti della vista

I principali difetti della vista

I principali difetti visivi che trattiamo in questo articolo sono i seguenti:

  • Ipermetropia
  • Miopia
  • Astigmatismo
  • Presbiopia
ipermetropia
Ipermetropia

L’ipermetropia, escluse le rare cause da addebitare al cristallino, è in genere provocata da una cornea eccessivamente piatta oppure da un bulbo troppo corto.

Nell’occhio ipermetrope le immagini del mondo esterno vengono infatti messe a fuoco al di dietro della retina.
La visione dell’ipermetrope risulta quindi annebbiata a tutte le distanze ma soprattutto da vicino (più l’oggetto è vicino all’occhio più la sua immagine viene spostata posteriormente alla retina).

Forme di ipermetropia lieve e moderata possono tuttavia essere compensate dal meccanismo dell’accomodazione e pertanto rimanere asintomatiche. L’accomodazione è il processo tramite il quale il cristallino aumenta il proprio spessore aumentando di conseguenza la propria capacità rifrattiva e riuscendo in questo modo a focalizzare le immagini sulla retina e non dietro ad essa. Questo processo è più efficiente nei giovani e viene progressivamente perso con il passare degli anni In quanto legato all’utilizzo di un muscolo detto muscolo ciliare che è soggetto a naturale e progressivo deterioramento.

Quando viene compensata dall’accomodazione (nei gradi lievi e nei soggetti giovani), l’ipermetropia può pertanto rimanere asintomatica e quindi nascosta a lungo. Può essere rivelata soltanto durante una visita oculistica o sospettata dalla comparsa di  sintomi di affaticamento come

  • nausea
  • pesantezza oculare
  • cefalea
  • vertigini
  • improvvise eclissi visive
  • bruciori oculari
  • difficoltà di concentrazione
  • tendenza allo strabismo convergente

Questi fenomeni sono legati all’eccessiva attività del muscolo ciliare che viene sollecitato anche in condizioni che normalmente implicherebbero un suo riposo funzionale (come ed esempio guardare lontano, all’orizzonte).

L’ipermetropia viene definita lieve sotto le 3 diottrie, moderata tra 3 e 6 diottrie, elevata per valori superiori alle 6 diottrie.

Per correggere in parte o completamente il suo difetto il paziente ipermetrope può ricorrere all’uso di occhiali o di lenti a contatto, che “portano” l’immagine a fuoco sulla retina.

In alternativa si può ricorrere ad un trattamento laser come la PRK, in cui il laser, grazie ad un fascio di luce ultravioletta, “scolpisce” la superficie della cornea per una profondità ed un’estensione tali da modificarne la curvatura e quindi ottenere la correzione desiderata.

miopia
Miopia

La miopia è il difetto della vista più frequente in tutto il modo occidentale dove circa un abitante su quattro è alle prese con difficoltà di messa a fuoco degli oggetti lontani.

È causata, in genere, da un’eccessiva lunghezza dell’occhio e, più raramente, da una cornea o da un cristallino troppo curvi. In queste condizioni i raggi luminosi prevenienti dagli oggetti lontani che entrano nell’occhio vengono messi a fuoco al davanti della retina. A differenza dell’ipermetropia, che nelle forme lievi può essere compensata autonomamente dall’occhio tramite l’accomodazione, nel caso della miopia non è possibile nessun meccanismo di compenso autonomo.

Gli oggetti distanti appaiono tanto più indistinti e annebbiati quanto maggiore è l’entità del difetto visivo mentre gli oggetti vicini appaiono nitidi a una distanza variabile a seconda dell’entità della miopia.

 Parliamo di miopia lieve quando il difetto non supera le 3 diottrie, di miopia moderata sino a 6 diottrie, di miopia elevata al di sopra di questi valori (sino a 30 e più diottrie).

Per correggere in parte o completamente il suo difetto il miope può ricorrere all’uso di occhiali o di lenti a contatto, che “portano” l’immagine a fuoco sulla retina.

In alternativa si può ricorrere ad un trattamento laser come la PRK.

astigmatismo
Astigmatismo

L’astigmatismo è una condizione ottica molto comune causata, tranne in rari casi, da una peculiare conformazione topografica della cornea, che assume un aspetto ovalare anziché sferico.

Si immagini di tenere un pallone tra le mani e di schiacciarlo: la sua forma inizialmente sferica (corrispondente a un occhio normale) diventa ovale (occhio astigmatico), quindi simile ad un pallone di rugby, con un meridiano a maggior curvatura (quello più schiacciato) e uno a minor curvatura, ad esso perpendicolare.  A causa di questa conformazione corneale le immagini risultano sfuocate sia per gli oggetti lontani che per gli oggetti vicini in proporzione variabile a seconda che l’astigmatismo sia di tipo miopico o ipermetropico. L’astigmatismo può manifestarsi in maniera isolata (in questo caso il paziente viene detto “astigmatico”) o associato ad altre ametropie quali la miopia e l’ipermetropia (in questo caso il paziente Viene detto “miope ed astigmatico” o “ipermetrope ed astigmatico”). Il paziente astigmatico può in parte compensare il proprio difetto strizzando gli occhi; questo atteggiamento determina tuttavia stanchezza ed affaticamento oculare e spesso non è sufficiente ad ottenere una visione nitida.

L’immagine retinica nell’occhio astigmatico non si forma in un punto preciso (dal greco stigma=punto), ma lungo un intervallo di visione sfocata.

Si tratta per lo più di un’anomalia congenita, individuabile sin dai primi anni di vita e che si modifica pochissimo nel corso degli anni (astigmatismo primitivo) oppure secondaria a traumi o a interventi chirurgici (per patologia tipo cataratta, glaucoma, distacco di retina, trapianto di cornea, etc). Un astigmatismo estremamente elevato è inoltre presente in alcune patologie corneali quali il cheratocono. Per monitorare l’andamento dell’astigmatismo nel corso degli anni è consigliabile eseguire topografie  corneali seriate in modo da rilevare precocemente eventuali anomalie corneali che potrebbero essere correlate alla presenza di astigmatismo.

Per correggere in parte o completamente il suo difetto il paziente astigmatico può ricorrere all’uso di occhiali o di lenti a contatto, che “portano” l’immagine a fuoco sulla retina.

In alternativa, anche in questo caso, si può ricorrere ad un trattamento laser come la PRK.

presbiopia
Presbiopia

La presbiopia, il venir meno all’accomodazione con il passare degli anni, non va considerato un vero difetto visivo ma un fenomeno fisiologico; a 45 anni l’occhio normale (emmetrope) continua a vedere bene da lontano ma comincia ad allontanarsi il punto prossimo di visione confortevole per vicino.

Il soggetto presbiope deve allora ricorrere agli occhiali da lettura, un paio di lenti positive convergenti che mettono a fuoco, ingrandendo leggermente, i caratteri più piccoli (elenco del telefono, foglietti di accompagnamento alle medicine). I pazienti ipermetropi di solito sviluppano sintomi presbiopici più precocemente rispetto agli altri in quanto la presbiopia si somma al difetto ipermetropico. I pazienti miopi invece sviluppano sintomi presbiopici più tardivamente rispetto agli altri in quanto la presbiopia va a sottrarsi al difetto miopico.

La presbiopia viene  corretta con occhiali che permettano di supplire la funzione accomodativa del cristallino e devono essere aggiornati periodicamente in modo da compensare il progredire del difetto.

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