Con l’arrivo della menopausa non è difficile sperimentare sintomi anche molto aggressivi: tachicardie di giorno e di notte, sonno fortemente disturbato, vampate di calore, attacchi di angoscia, depressione. Per la donna in questa condizione può diventare difficile relazionarsi con gli altri, mantenere le attività quotidiane sotto controllo e persino gestire la propria vita emotiva.
Da cosa deriva questa sintomatologia?
La menopausa è un evento fisiologico che si verifica in media attorno ai 50 anni: non sempre questa condizione è vissuta con serenità, perché il calo degli estrogeni dovuto alla cessazione dell’attività ovarica si ripercuote sul cervello e sull’intero organismo, mettendo a repentaglio la qualità della vita, in media, nei 35 anni che seguiranno. Tuttavia, con i giusti stili di vita e una terapia ormonale su misura che reintegri gli ormoni perduti, si può tornare a stare bene e a vivere in pienezza questa stagione della vita.
Come reagisce il fisico a questa tempesta ormonale?
Il cervello è l’organo che più di tutti soffre della riorganizzazione ormonale in atto che influenza i suoi distretti: la primissima area a risentirne è infatti l’ipotalamo, la centralina che regola tutta la nostra vita neurovegetativa: esso governa infatti la pressione sanguigna, la temperatura corporea, il ritmo cardiaco, il ritmo del sonno. Le vampate, tipico sintomo della menopausa, si associano infatti anche a tachicardie notturne, ipertensione e insonnia proprio per questo motivo.
Se questi sintomi persistono, soffre una seconda area del cervello, il lobo limbico: ed ecco che l’umore si abbassa, a volte fino alla depressione. Questo disturbo può colpire circa un terzo delle donne che dopo la menopausa hanno vampate e insonnia in parte per l’effetto diretto della carenza estrogenica, in parte per quello indiretto dovuto alla scarsa qualità del sonno, alla riduzione dell’energia vitale, alla stanchezza crescente.
La terza area del cervello destinata a soffrire è quella deputata al pensiero, la corteccia cognitiva, con conseguente difficoltà a ricordare i nomi, a concentrarsi, a mantenere il filo del discorso.
Poi ci sono altri sintomi che di certo non sono meno importanti: la perdita del desiderio, la secchezza vaginale, il dolore osteoarticolare, l’indebolimento di denti e capelli, la perdita di tono muscolare, la secchezza agli occhi.
Ricordiamo poi che la carenza estrogenica tipica della menopausa riduce la protezione naturale dalle patologie cardiovascolari esponendo la donna al rischio aumentato di trombosi, ictus e infarto ed aumenta l’insorgenza di malattie neuro degenerative come l’Alzheimer.
Come si possono combattere tutti questi sintomi?
Innanzitutto con stili di vita sani. Ecco sei regole da non dimenticare mai:
1) curare la qualità del sonno, che è il principale custode dell’area neurovegetativa del cervello. L’ideale sarebbe dormire otto ore a notte;
2) fare movimento fisico regolare. Un’ora di passeggiata veloce al giorno riduce del 30% le infiammazioni che si verificano in menopausa. Si può anche spezzare l’ora in due mezze ore, magari andando e tornando a piedi dal lavoro, ma bisogna impegnarsi a farlo tutti i giorni;
3) ridurre l’introito calorico. Ogni dieci anni il metabolismo rallenta del 10-20%, e con la menopausa il ritmo metabolico si abbassa ulteriormente. Ecco perché bisogna prestare attenzione all’alimentazione, riducendo la quantità delle porzioni, facendo pasti leggeri la sera e favorendo una dieta povera di grassi e di zuccheri, e ricca di frutta, verdura, legumi, cereali, carne bianca, pesce e formaggi freschi;
4) fare attenzione all’alcol. Le donne hanno una sensibilità agli alcolici doppia rispetto ai maschi, e la sensibilità aumenta con l’arrivo della menopausa. Ecco perché sarebbe opportuno non andare oltre i 2-3 bicchieri di vino la settimana e non bere mai di sera, perché l’alcol contribuisce a scatenare le tachicardie notturne;
5) smettere di fumare. Sebbene sia una regola che faccia bene in generale, il fumo può anticipare anche di due anni l’avvento della menopausa ed esporre ulteriormente la donna al rischio di problemi cardiovascolari che, per la carenza di estrogeni, in menopausa si allinea a quelli dell’uomo;
6) ridurre lo stress, concedendosi un’ora di yoga, facendo pilates o qualsiasi altra attività che aiuti a distendersi e a rilassarsi.
Qual è la terapia più efficace per combattere questi sintomi?
Sul fronte terapeutico, la terapia ormonale sostitutiva (TOS) è un trattamento a base di ormoni – estrogeni da soli o associati a progestinici – per trattare i sintomi caratteristici della menopausa. È adatta a tutte le donne sintomatiche, ma deve essere adattata su misura. Prima della somministrazione il medico deve valutare, oltre ai sintomi, la storia clinica della paziente e le predisposizioni familiari: solo allora potrà decidere la giusta combinazione di ormoni, il dosaggio e la via di somministrazione (pillola, cerotto, ovuli vaginali).
Quali sono i benefici della TOS?
Anche se in Italia è ancora guardata con sospetto a causa di numerosi pregiudizi (vi fa ricorso solo il 3% delle donne), la TOS offre numerosi benefici: infatti, oltre a intervenire direttamente sui sintomi della menopausa, dimezza il rischio di malattie cardiovascolari, protegge dall’osteoporosi, attenua i dolori articolari e la progressione dell’artrosi, riduce il rischio di cancro al colon senza aumentare il rischio di cancro al seno. Inoltre, la terapia ormonale sostitutiva bioidentica, la nuova frontiera di questa terapia, utilizza ormoni di derivazione vegetale in tutto e per tutto identici a quelli presenti nel nostro corpo: questo minimizza o addirittura elimina completamente il rischio di effetti collaterali e patologie derivanti dalla somministrazione di ormoni sintetici.