Ansia e panico sono due termini sempre più frequenti nel linguaggio quotidiano, in particolar modo dopo la pandemia da COVID-19. Ad oggi sono sempre di più le persone che hanno sperimentato uno stato prolungato di ansia intensa fino a veri e propri attacchi di panico. Molti ragazzi ne soffrono, a scuola o in altri contesti. Allo stesso modo tanti lavoratori che, dopo mesi di isolamento e di smart working, devono tornare in luoghi angusti e claustrofobici o si trovano a dover attraversare spazi aperti e affollati, possono essere terrorizzati dal dover affrontare queste situazioni che vivono con grande disagio e sofferenza.
Gli attacchi di panico rientrano all’interno dei Disturbi d’ansia che rappresentano i disturbi più frequenti nella popolazione.
Qual è la differenza tra ansia e panico?
L’ansia è un’emozione di base che si attiva in risposta alla percezione di un pericolo imminente. È quindi uno stato emotivo che anticipa un pericolo futuro e risulta caratterizzato da apprensione e tensione interna. Il panico, invece, è uno stato emotivo volto alla gestione di una situazione catastrofica in atto. Quest’ultimo è caratterizzato da una sensazione di paura estrema e di morte e/o impazzimento imminente.
Cos’è l’Attacco di Panico?
L’attacco di panico rientra all’interno dei disturbi d’ansia, che rappresentano la più frequente psicopatologia nella popolazione mondiale. Un attacco di panico è un episodio caratterizzato dall’improvvisa comparsa di un periodo distinto e breve di fortissimo disagio, di ansia, di paura o di terrore, accompagnati da sintomi fisici e/o emotivi. Generalmente la durata dell’attacco di panico è breve in quanto si risolve in dieci minuti ma coloro che lo sperimentano lo descrivono come un’esperienza terribile.

Perché vengono gli Attacchi di Panico?
Le cause alla base di un attacco di panico non sempre sono facilmente identificabili e in molti casi non sono del tutto note. Il disturbo di solito insorge nella tarda adolescenza o nella prima età adulta. Indubbiamente, vi è il coinvolgimento sia di fattori psicologici che di fattori fisiologici. Fra le possibili condizioni che possono favorire l’insorgenza di un attacco di panico ritroviamo:
- situazioni caratterizzate da stress intenso;
- cambiamenti che riguardano l’ambito lavorativo, affettivo, familiare ecc.
- diagnosi di gravi malattie;
- lutti.
L’attacco di panico viene definito atteso, se insorge a seguito di uno stimolo o evento specifico ed individuabile. Esso si definisce inatteso se invece si presenta con stimoli o eventi che precedentemente non erano stati associati all’ansia o al panico.
Inoltre l’attacco di panico può manifestarsi nell’ambito di qualsiasi disturbo d’ansia ma può presentarsi anche in altri disturbi mentali, quale ad esempio la depressione.
Diagnosi dell’Attacco di Panico
Per porre una diagnosi di Attacco di Panico il clinico si attiene, in un’ottica categoriale, ai criteri elencati dal DSM5-TR, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali fornito dall’American Psychiatric Association. L’Attacco di Panico è quindi caratterizzato da un brusco aumento di intensa paura o disagio che raggiunge il picco in alcuni minuti (circa 10) e deve presentare 4 o più dei seguenti sintomi:
SINTOMI FISICI:
- palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
- dispnea o sensazione di mancanza d’aria o di soffocamento
- sensazione di asfissia
- dolore o fastidio al petto
- brividi o vampate di calore
- nausea o disturbi gastrointestinali
- sudorazione
- tremori fini o a grandi scosse
- sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
- parestesie (sensazione di formicolio o di torpore)
SINTOMI PSICOSENSORIALI:
- depersonalizzazione (sensazione di essere staccati da sé e dal proprio corpo)
- derealizzazione (sensazione di irrealtà dell’ambiente circostante)
TIMORI:
- di perdere il controllo
- di impazzire
- di morire
Il tipo e la quantità di sintomi che si manifestano con l’attacco di panico possono variare da persona a persona, anche in funzione della gravità con cui si manifesta l’episodio.
La diagnosi solitamente si basa sulla sintomatologia descritta dal paziente al medico quando l’episodio è ormai terminato. Difatti, difficilmente in seguito ad un singolo attacco rimangono evidenti sintomi che il medico possa analizzare per effettuare una diagnosi.

Attacco di Panico e Disturbo di Panico: quali differenze?
Il Disturbo di panico si caratterizza per la comparsa di ripetuti attacchi di panico accompagnati dalla paura che possa ripetersi un attacco futuro e/o da una serie di comportamenti che sono dettati dalla volontà di evitare situazioni o fattori che possono favorire la comparsa di altri episodi. Questi ultimi rappresentano dei comportamenti disadattativi.
Diagnosi del Disturbo di Panico
Secondo i criteri stabiliti nel DSM-5 TR i pazienti con disturbo di panico manifestano attacchi di panico ricorrenti (benché la frequenza non venga specificata) in cui uno o più attacchi sono seguiti da una o entrambe le condizioni di seguito riportate per un periodo uguale o superiore a un mese:
- preoccupazione persistente di sperimentare ulteriori attacchi di panico o preoccupazione delle conseguenze che potrebbero derivarne;
- risposta comportamentale disadattiva (ad esempio, l’individuo può evitare situazioni sociali, luoghi, attività, ecc. che potrebbero favorire la comparsa di nuovi attacchi, isolandosi).
Come si cura il Disturbo di Panico?
Il Disturbo di panico origina da una disfunzione sia biologica che psicologica e il trattamento che si è dimostrato maggiormente efficace prevede l’associazione combinata di psicoterapia e terapia farmacologica. Nelle forme di disturbo lieve-moderato, le linee guida internazionali indicano la psicoterapia cognitivo-comportamentale come trattamento di prima linea.
Il trattamento farmacologico si basa principalmente su due classi di farmaci: gli ansiolitici (specialmente le benzodiazepine) e gli antidepressivi. Nelle forme lievi la prescrizione di sole benzodiazepine può essere sufficiente come cura temporanea per gli attacchi di panico.
Le benzodiazepine sono farmaci ad effetto molto rapido (in genere pochi minuti) e permettono di risolvere l’attacco di panico ma presentano vari effetti collaterali come sonnolenza e disturbi della memoria, oltre a generare tolleranza e dipendenza con graduale perdita di efficacia nel tempo. Sono perciò utili nel trattamento sintomatico e al bisogno ma non sono adatte per una terapia prolungata e risolutiva del disturbo.
Gli antidepressivi, che al di là del nome categoriale possiedono importanti effetti ansiolitici, sono i farmaci con proprietà curative per il Disturbo di panico e quindi da preferire per un trattamento appropriato. I farmaci maggiormente impiegati sono gli Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina” (SSRI), utilizzati sia per la loro efficacia che per la tollerabilità. Farmaci di 2° e 3° linea sono invece gli Antidepressivi Triciclici (TCA) e gli Inibitori della monoaminossidasi (IMAO). Questi farmaci, tuttavia, non sono adatti all’uso al bisogno perché il loro effetto si instaura gradualmente nel corso delle prime settimane di trattamento consentendo una risoluzione del disturbo.
Per il trattamento di questa patologia è necessario pertanto rivolgersi ad un professionista esperto.
Lo psichiatra è il medico specialista in Salute Mentale che può aiutare a trattare e curare il disturbo che è fonte di grande disagio e sofferenza. Questa patologia, che limita sempre di più la vita del paziente, imbriglia la persona in una rete soffocante sempre più serrata portandolo ad evitare tutte le situazioni potenzialmente ansiogene fino a renderlo schiava del panico.
Con l’aiuto fornito dallo Specialista e grazie ad una prescrizione adeguata e mirata sulla singola persona, il paziente otterrà un importante miglioramento della sua qualità di vita, potendo nuovamente affrontare le piccole e grandi sfide, riassaporando così la bellezza e la leggerezza di una vita senza il panico.
