Il varicocele consiste in una dilatazione anomala delle vene dei testicoli. Può insorgere a qualsiasi età, ma perlopiù si manifesta durante l’adolescenza o la giovinezza, a partire dai 12 anni di età circa.
Nella maggior parte dei casi il varicocele si presenta a livello del testicolo sinistro, ed è bilaterale o interessa soltanto il testicolo destro soltanto in pochi casi.
La classificazione del varicocele è la seguente:
- di primo grado: visibile con gli ultrasuoni, ma non fisicamente rilevabile;
- di secondo grado: palpabile all’esame quando il paziente esegue la manovra di Valsalva, che consiste in una forte espirazione a glottide chiusa (effettuata “tappando” bocca e naso) per aumentare la pressione addominale;
- di terzo grado: palpabile anche senza manovra di Valsalva;
- di quarto grado: dove risulta presente un gonfiore visibile dello scroto.
Il varicocele pelvico o sindrome da congestione pelvica, invece, è un disturbo quasi esclusivamente femminile e consiste in una dilatazione delle vene dell’addome inferiore o pelvi. Il varicocele pelvico femminile colpisce soprattutto le donne in età fertile e in gravidanza, più raramente in menopausa o prima della pubertà
I sintomi del varicocele
Il varicocele spesso non dà sintomi. In alcuni casi si possono manifestare:
- dolore sordo o acuto ai testicoli, che spesso migliora quando ci si sdraia supini e che peggiora quando si sta in piedi per lungo tempo;
- gonfiore di testicolo o scroto;
- modifiche nelle dimensioni dei testicoli;
- piccolo nodulo presente sopra il testicolo;
- infertilità.
Non vi sono invece evidenze scientifiche che colleghino il varicocele con disturbi dell’erezione, come impotenza o eiaculazioni precoci.
Le cause del varicocele
Nella maggior parte dei casi il varicocele è idiopatico, cioè insorge per cause sconosciute. È stato ipotizzato che all’origine del disturbo vi sia una debolezza congenita delle pareti delle vene e il malfunzionamento delle valvole che facilitano il ritorno del sangue al cuore attraverso la vena testicolare.
Questo malfunzionamento favorirebbe il ristagno di sangue e la dilatazione dei vasi venosi, fattori che potrebbero compromettere la qualità e la quantità di sperma prodotto. In casi più rari il varicocele è secondario, cioè causato da un tumore pelvico o addominale che comprime la vena.
Il trattamento del varicocele
La decisione di trattare il disturbo viene presa dal medico in base all’entità del disturbo, gli obiettivi di fertilità del paziente, il dolore o il fastidio provocati allo scroto, oltre ai risultati di accertamenti come i livelli di testosterone e lo spermiogramma. Non sempre, infatti, è necessario intervenire per eliminare il varicocele.
Se il varicocele è doloroso o riduce la fertilità può essere consigliabile un intervento per chiudere il vaso venoso dilatato e deviare altrove il flusso sanguigno.
A tal scopo sono disponibili più approcci: la chirurgia aperta, la chirurgia laparoscopica e la scleroembolizzazione.
I tempi di recupero post intervento dipendono dalla tecnica utilizzata e variano tra i 7 e i 15 giorni per la ripresa delle normali attività quotidiane. I rischi dell’intervento sono rari e comprendono per esempio l’idrocele, cioè l’accumulo di liquidi intorno ai testicoli, e la comparsa di recidive del varicocele.
Non vi sono rimedi naturali per il varicocele, ma l’applicazione di impacchi freddi sullo scroto può alleviare il fastidio.
Urologia e Andrologia
a cura di
Dr. Paolo Rossi
Specialista in andrologia e urologia presso Centro Medico Ponticello