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Il mese della prevenzione maschile: teniamo sotto controllo prostata e apparato urinario

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Tabella dei Contenuti

Novembre è il mese della prevenzione maschile!
Le patologie dell’apparato urinario e riproduttore maschile sono oggi molto frequenti e conoscerle rappresenta il primo passo per fare prevenzione.

La diagnosi delle patologie di questi distretti, negli ultimi anni, è notevolmente aumentata per due motivi. Grazie alla diagnosi precoce, che permette di diagnosticare tumori allo stadio iniziale o asintomatici ma anche per un aumento significativo della loro incidenza correlato a svariati fattori quali lo stile di vita, fattori ambientali, ormonali e dieta.

Vedremo in dettaglio nell’articolo le patologie che possono interessare l’apparato genito-urinario maschile e gli esami di diagnosi precoce più efficaci alla loro identificazione.

 

Che cos’è l’apparato urinario e a cosa serve?

L’apparato urinario, mediante la funzione dei diversi organi che lo compongono, si occupa della produzione e dell’eliminazione dell’urina. È formato dai reni, dagli ureteri, dalla vescica e dall’uretra.

I reni provvedono principalmente alla produzione di urina che poi attraverso gli ureteri si raccoglie in vescica.

La vescica è un organo di forma simile a una sfera, la cui funzione è quella di raccoglie l’urina prodotta dai reni. Riceve i due ureteri (ovvero i condotti che trasportano l’urina dai reni alla vescica) ed espelle l’urina attraverso l’uretra. La vescica urinaria è collocata diversamente nella donna e nell’uomo: nell’organismo femminile si trova sotto il peritoneo, davanti all’utero, mentre nell’organismo maschile è collocata al di sopra della prostata e anteriormente al retto.

L’uretra è il canale che mette in comunicazione la vescica con l’orifizio (meato) uretrale esterno. È caratterizzata da funzioni e morfologie diverse nei due sessi: se, infatti, nella donna la sua unica funzionalità è quella di permettere l’espulsione dell’urina al di fuori dell’organismo, nell’uomo è invece deputata, oltre che al trasporto dell’urina verso l’esterno del corpo, anche al trasporto dello sperma.

I tumori dell’apparato urinario

Il tumore della vescica consiste nella trasformazione in senso maligno delle cellule che rivestono la superficie interna della vescica stessa, ovvero l’organo che raccoglie l’urina filtrata dai reni, prima di essere eliminata dal corpo. Rappresenta circa il 3 per cento di tutti i tumori e, in urologia, è secondo solo al tumore della prostata.

È più comune tra i 60 e i 70 anni ed è tre volte più frequente negli uomini che nelle donne. Alla diagnosi il tumore della vescica è superficiale nell’ 85 per cento dei casi, infiltrante nel 15 per cento. Secondo i dati del Registro Tumori, in Italia nel 2017 sono stati stimati circa 27.000 casi di tumore vescicale, considerando sia le forme infiltranti sia quelle superficiali.

La sopravvivenza a cinque anni, in Italia, è di circa l’80 per cento sebbene sia molto frequente la probabilità di recidiva, cioè della ricomparsa del problema anche a distanza di tempo.

I tumori di pelvi renale e uretere non sono molto comuni e rappresentano solo una piccola percentuale di tutti i tumori che colpiscono l’apparato uro-genitale: circa il 5 per cento dei tumori del rene si sviluppa infatti a livello della pelvi renale e circa l’1 per cento di quelli dell’apparato renale colpisce l’uretere.
Nel 2 per cento dei casi il tumore è bilaterale, cioè riguarda contemporaneamente entrambi gli ureteri.

Una dottoressa esegue un'ecografia dell'apparato urinario

 

L’ecografia dell’apparato urinario

L’ecografia dell’apparato urinario è un’indagine strumentale, che attraverso una sonda ad ultrasuoni, appoggiata esternamente sull’addome, permette di studiare e indagare le patologie benigne e maligne dell’apparato urinario.

Uno studio attento a livello renale, permette allo specialista di far diagnosi di patologie benigne quali la calcolosi renale e ureterale (condotti che collegano i reni alla vescica dove i calcoli potrebbero rimanere intrappolati causando la colica renale.

L’esame è utile anche per evidenziare dilatazioni dei reni e degli ureteri, anomalie congenite (rene a “ferro di cavallo”, rene ptsico), lesioni cistiche ed in generale formazioni di tipo benigno e maligno.
L’ecografia dell’apparato urinario termina con la valutazione della vescica della quale si studia la forma, le pareti, eventuali ispessimenti e vegetazioni endoluminali (che si trovano cioè al suo interno).

Inoltre, è utile per valutare se la vescica si svuota completamente dopo aver urinato (residuo post-minzionale).

 

La prostata

La prostata è una ghiandola sessuale accessoria dell’apparato riproduttivo maschile, localizzata tra la vescica e l’ampolla dei vasi deferenti, si apre all’interno dell’uretra.

Normalmente ha le dimensioni di una piccola castagna, avvolge l’uretra ed è circondata da una capsula fibrosa rigida. Durante l’eiaculazione, produce il fluido prostatico che, insieme alle secrezioni dei testicoli, delle vescicole seminali, dell’uretra e delle ghiandole bulbo-uretrali, formano il liquido seminale.

 

Le malattie specifiche della prostata

Le malattie a cui può andare incontro la prostata sono le prostatiti, l’ipertrofia prostatica benigna e il tumore della prostata.

Le prostatiti sono malattie infiammatorie benigne che possono colpire gli uomini di tutte le età e durante la propria vita, circa il 50% degli uomini, ne soffre. È la diagnosi urologica più comune e la causa più frequente di visita specialistica nei soggetti sotto i 50 anni.

L’ipertrofia prostatica benigna consiste nell’aumento volumetrico della ghiandola prostatica progressivo, la cui correlazione è legata all’età.

Il tumore della prostata rappresenta una delle malattie più diffuse la cui incidenza si è triplicata negli ultimi venti anni. In Europa interessa circa l’11% dei tumori della popolazione maschile, essendo diagnosticati due milioni e mezzo di casi l’anno. Esso rappresenta il sesto tumore per incidenza annuale.

L’incidenza aumenta in modo significativo nei soggetti sopra i sessant’anni ed è rara negli uomini che hanno meno di cinquanta anni. Per questo la prevenzione maschile diventa fondamentale a partire dalla settima decade di vita.

Un uomo tra i sessanta e settantanove anni ha 1 probabilità su 8 di avere un tumore prostatico.

Tra i vari fattori di rischio vi sono l’età, la razza (la razza nera sembra sviluppare più precocemente la malattia), fattore genetici, ormonali, area geografica (stili di vita), la dieta e i fattori ambientali.

Il tumore della prostata inizialmente non da’ alcun disturbo. La diagnosi, il più delle volte, è occasionale e avviene nel corso di altre indagini cliniche legate a disturbi dell’apparato urinario. Per questo risulta di fondamentale importanza la prevenzione maschile, consigliata a tutti i soggetti di sesso maschile di età superiore ai 45-50 anni.

Grazie alla diagnosi precoce, il trattamento del tumore della prostata, in fase pre-clinica, permette di agire tempestivamente sulla problematica. Diversamente una diagnosi tardiva, riduce l’aspettativa di guarigione.

 

Il PSA: l’indicatore della salute prostatica

Per PSA si intende l’antigene prostatico specifico, sostanza prodotta in maggiore concentrazione dalla prostata, il cui valore viene dosato a seguito di un prelievo di sangue. Non è uno specifico marker tumorale, sebbene le cellule tumorali prostatiche ne producano in quantità 10 volte maggiori rispetto a quelle normali.

L’introduzione del PSA nella prevenzione maschile ha permesso, negli ultimi quindici anni, di anticipare di almeno cinque- dieci anni la diagnosi di carcinoma prostatico.

 

L’approfondimento diagnostico: l’ecografia prostatica transrettale

L’ecografia prostatica transrettale è un esame diagnostico strumentale con cui è possibile verificare la morfologia e le dimensioni della prostata. Questo esame è molto utile per lo studio dell’ipertrofia prostatica benigna e per le prostatiti ed è un valore aggiunto per lo specialista, nel caso in cui il valore del PSA fosse elevato, nella diagnosi precoce del tumore prostatico o sospetto clinico di quest’ultimo post esplorazione rettale.

 

Il varicocele 

Il varicocele consiste in una dilatazione anomala delle vene dei testicoli. Può insorgere a qualsiasi età, ma perlopiù si manifesta durante l’adolescenza o la giovinezza, a partire dai 12 anni di età circa.
Nella maggior parte dei casi il varicocele si presenta a livello del testicolo sinistro, ed è bilaterale o interessa soltanto il testicolo destro soltanto in pochi casi.

La diagnosi precoce del varicocele rientra nella prevenzione maschile per il rischio legato soprattutto all’infertilità.

La classificazione del varicocele è la seguente:

  • di primo grado: visibile con gli ultrasuoni, ma non fisicamente rilevabile;
  • di secondo grado: palpabile all’esame quando il paziente esegue la manovra di Valsalva, che consiste in una forte espirazione a glottide chiusa (effettuata “tappando” bocca e naso) per aumentare la pressione addominale;
  • di terzo grado: palpabile anche senza manovra di Valsalva;
  • di quarto grado: dove risulta presente un gonfiore visibile dello scroto.

La decisione di trattare il disturbo viene presa dal medico in base all’entità del disturbo, gli obiettivi di fertilità del paziente, il dolore o il fastidio provocati allo scroto, oltre ai risultati di accertamenti come i livelli di testosterone e lo spermiogramma. Non sempre, infatti, è necessario intervenire per eliminare il varicocele.

Se il varicocele è doloroso o riduce la fertilità può essere consigliabile un intervento per chiudere il vaso venoso dilatato e deviare altrove il flusso sanguigno.

A tal scopo sono disponibili più approcci: la chirurgia aperta, la chirurgia laparoscopica e la scleroembolizzazione.

Tutte le info sul varicocele in questo articolo.

a cura di

Dott. Daniel Martens

Specialista in andrologia e urologia presso Centro Medico Ponticello

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a cura di

Dr. Paolo Rossi

Specialista in andrologia e urologia presso Centro Medico Ponticello

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